Raccomandazioni per gli autori
I consigli tipografici qui presentati si applicano alla redazione di un articolo in lingua francese. Per una proposta in lingua inglese, si prega di contattarci.
Un articolo conforme alle norme sarà trattato dalla segreteria di redazione in modo più efficace e veloce. Si richiede di rispettare scrupolosamente le raccomandazioni. Si prega di controllare la totalità dei dati prima dell’invio.
Le raccomandazioni qui presentate si applicano alla rivista così come ai supplementi.
1. Il testo
- Non utilizzare fogli di stile
La rivista accetta articoli in francese e inglese.
La dimensione massima di un articolo è compresa tra 100.000 e 150.000 caratteri e 12 figure; oltre, l’articolo deve soddisfare determinate condizioni (articolo di sintesi di un sito, carattere eccezionale di una scoperta, ecc.). Il testo deve essere digitato senza formattazione e impaginazione.
Intestazione, specificare per ogni autore:
- la funzione;
- l’organismo di appartenenza con l’indirizzo postale;
- l’e-mail.
I titoli devono essere gerarchizzati mediante una struttura ad albero e non tramite fogli di stile: 1., 1.1, 1.2, 1.2.1, 1.2.2, ecc.
Non superare cinque livelli (esempio di livello massimo: 1.3.2.1.3).
Non mettere punti alla fine di un titolo o di un sottotitolo.
Per i richiami interni nel testo a titoli o sottotitoli, utilizzare le seguenti formule tra parentesi: per il francese (voir supra, p. XX) o (voir infra, p. XX). La paginazione definitiva sarà indicata una volta finalizzato il layout del volume.
Tutte le figure e/o tabelle devono essere richiamate nel testo e in ordine di apparizione. Le figure sono numerate con cifre arabe e le tabelle con numeri romani: (fig. 1), (fig. 2 et 5), (fig. 4 à 10); (tabl. I), (tabl. II et XI), (tabl. IV à X).
Quando si fa riferimento alla numerazione all’interno di una figura, si deve adottare la norma seguente: “le site de Bibracte (fig. 12, no 3)” o “les sites de Bibracte et Alésia (fig. 12, nos 3 et 4)”.
Prestare attenzione alla seguente regola tipografica: il carattere “o” si ottiene con la lettera “o” scritta in apice e non con il segno di grado “°”.
I richiami bibliografici si indicano nel testo e non in nota a piè di pagina (a meno che il richiamo non sia commentato): inserire solo il cognome dell’autore, seguito dalla data di pubblicazione: (Desbat 1990).
Se ci sono più di due autori, utilizzare et al. (Desbat et al. 1998, p. 52).
Se lo stesso autore ha scritto due (o più) opere nella stessa data, numerare con le lettere dell’alfabeto: (Desbat 1991a, 1991b et 1991c). Le pagine si indicano al seguito, nel formato “p. 12-13”.
Le note a piè di pagina devono essere limitate in numero e lunghezza.
Integrarle automaticamente utilizzando la funzione “Inserisci nota” nel programma di elaborazione testi utilizzato, nel formato 1, 2, 3, ecc.
Per i nomi delle persone: indicare il nome per intero per la prima occorrenza, poi abbreviarlo le volte successive.
Per i toponimi indicare, almeno per la prima occorrenza, il nome completo dei comuni citati: “Le Puy-en-Velay” e non “Le Puy”.
Specificare tra parentesi il nome del dipartimento, soltanto per la prima occorrenza: “Le Puy-en-Velay (Haute-Loire)”.
Se si tratta di una località, non mettere l’articolo in maiuscolo e specificare il comune di appartenenza, poi il dipartimento tra parentesi, solo per la prima occorrenza: “les Buissières à Panossas (Isère)”.
Se si tratta di una località straniera, specificare tra parentesi il nome del Paese, solo per la prima occorrenza: “Lausanne (Suisse)”.
Quando si associa il nome attuale di un comune al suo nome latino, si scrive: Langres/Andemantunum.
2. Le illustrazioni
- Non è possibile utilizzare file bloccati, appiattiti o protetti da scrittura.
Quando si tratta di documenti al formato matriciale (fotografie):
- formato del file: .tiff (in mancanza di meglio, è accettato .jpeg);
- risoluzione: 300 dpi;
- modello di colore: CMYK (e non RGB).
Quando si tratta di documenti in formato vettoriale (piante, mappe, schemi, tavole, ecc.):
- formato del file: solo .ai, .eps o .svg;
- modello di colore: CMYK (e non RGB).
I tracciati neri devono essere in: C = 0%; M = 0%; Y = 0%; K = 100%.
È auspicabile che le piante e le sezioni siano in scale coerenti e adattate al formato della rivista (1:100, 1:250, 1:3, ecc.). Le figure devono essere fornite nelle dimensioni desiderate. Devono misurare per quanto possibile 9 cm (larghezza di una colonna) e 18,5 cm (pagina intera) e non possono superare i 23,5 cm di altezza. Formati intermedi sono tuttavia possibili, ad esempio per necessità di una scala coerente.
Lo spessore delle linee e dei contorni deve essere di almeno 0,25 pt.
Se si utilizzano diverse gamme di grigio, intervallare ogni livello almeno del 15% o 20% (per esempio 20%, 40%, 60%, 80%).
Tipo di carattere
L’unico font accettato dalla rivista sulle illustrazioni è Arial.
La dimensione minima accettata è di 6 pt.
Tabelle
Creare le tabelle con Word o OpenOffice. Le tabelle Excel richiedono più lavoro per l’importazione in InDesign® e quindi più tempo.
Le didascalie delle figure devono essere fornite in francese.
È obbligatorio specificare nelle didascalie i crediti di ciascuna figura: il nome dell’autore (fotografo, autore del CAD, ecc.) e un organismo di appartenenza (a cui appartiene la figura o per il quale l’autore ha prodotto la figura). Nessun credito sarà indicato per le tabelle.
Si useranno i termini seguenti:
- “CAD” per computer-aided design (articolo in inglese) o “DAO” per dessin assisté par ordinateur (articolo in francese) per tutte le piante, tavole, rilievi, ecc. eseguiti con software di elaborazione delle immagini;
- “cliché” per qualsiasi fotografia scattata durante uno scavo, uno studio, ecc.;
- “d’après” (tratta da), per il francese, seguito da un riferimento bibliografico specificando il numero originale e la paginazione della figura riprodotta.
Nelle didascalie dovranno essere scritte per esteso le abbreviazioni utilizzate nelle tabelle e figure, per esempio: gli indici di frequenza (IF), il numero minimo di individui (NMI), ecc.
Alcuni esempi:
Fig. 1 – Évolution du site au cours de l’Antiquité (DAO : C. Driard, Éveha).
Fig. 2 – Localisation du sanctuaire de Sains-du-Nord et de la cité des Nerviens (d’après Raepsaet-Charlier 2007, fig. 25).
Fig. 3 – L’édicule et l’unité architecturale 2, vus du nord-ouest (cliché : P. Neaud, Inrap).
Tabl. I – Phase de fréquentation des sanctuaires en fonction de leur statut.
Tabl. II – Répartition du numéraire entre 363-364 et 402 dans les sanctuaires et les gués entre Seine et Meuse.
3. Consigli tipografici
Le secrétariat de rédaction se base sur le Lexique des règles typographiques en usage à l’Imprimerie nationale et sur le Dictionnaire d’orthographe et expression écrite d’André Jouette. Ecco alcuni consigli per l’adeguamento dei testi alle norme tipografiche. Più saranno rispettate, più facile sarà il lavoro della segreteria di redazione.
1er, 1re, 2e, 2d, 2de, 3e (e non 1ier, 1ère, 2ème, 3ième)
Unità di misura da abbreviare:
- metro = m
- centimetro = cm
- metro quadrato = m2
- chilometro (kilomètre) = km
- ettaro (hectare) = ha
Unità stratigrafica = Us
Pagina = p. (e non pp.)
Capitolo (chapitre) = chap. (e non ch.)
Editore (éditeur) = éd.
Et cetera = etc. (e non etc…)
M. per Monsieur/signor (e non Mr), Mme per Madame/signora, Me per Maître/maestro, Dr per Docteur/dottore, Pr per Professeur/professore, ecc.
Les années et siècles : 100 av. J.-C. ; 100 apr. J.-C. ; ives. apr. J.-C. (les siècles en petites capitales, siècle abrégé en « s. »).
Les millénaires : IIIe millénaire av. J.-C. (en capitales).
Ne pas utiliser le terme « notre ère », utiliser « av. J.-C. » et « apr. J.-C. ».
Dates absolues anglaises : BC, AD.
Datation radiocarbone : « 2680 ± 40 BP (probabilité 95 %) », cal. BC, cal. BP, cal. AD.
On n’abrège pas les dates : écrire 1914-1918 et non 1914-18.
On écrit « les années 1930 » et non « les années trente » ou « les années 30 ».
Les époques prennent une capitale : la Préhistoire, la Protohistoire, l’Antiquité, etc. Les âges prennent une capitale seulement au complément qui les définit : l’âge du Bronze, l’âge du Fer, etc.
On écrit avec un trait d’union et des majuscules « Haut-Empire », « Bas-Empire ».
On privilégie la mise en exposant des chiffres pour le mètre carré, mètre cube, carbone 14, ecc. :
Misure : metro quadrato, m2 = m2; metro cubo, m3 = m3
Radiocarbonio : 14C = 14C
Pour l’abréviation de numéro, on utilise la lettre « o » en exposant pour le singulier (et non le sigle degré « ° ») et le « os » pour le pluriel :
numero (numéro): no = no
numeri (numéros): nos = nos
Les espaces insécables évitent les sigles orphelins en début ou fin de phrase. Veillez, autant que faire se peut, à les utiliser.
À la ponctuation avant : ; ! ? à l’intérieur des « … » en français ; en anglais, il n’y a pas d’espace ni d’espace insécable avant la ponctuation.
Entre chaque mesure et unité de mesure :
m, cm, dm, m2, m3, %, g, ecc.
Entre les dates et les s., millénaire, av. ou apr. J.-C. :
xixe s., IIIe millénaire, 25 av. J.-C., 44 apr. J.-C., le 14 juin, le 17e jour, ecc.
Entre l’initiale et le nom d’un auteur :
G. Daressy, K. A. Kitchen
À chaque numérotation ou appel de figure, planche, page, salle, corridor, tombe, chambre, numéro, dynastie, inventaire, etc. :
fig. 2, pl. II, p. 185, salle C, corridor D, tombe 60, CGC 2530, no 1, XVIIIe dynastie, ecc.
Entre le nom d’un roi, d’un pharaon et le numéro associé :
Louis XVI, Amenhotep Ier
L’italique s’applique :
- aux mots étrangers (latin, anglais, allemand, etc.) :
type side-blow-flake, villa (villae au pluriel), oppidum (oppida au pluriel), ex voto (o ex-voto), forum, triclinium, tegula (tegulae au pluriel), opus caementicum, favissa, ecc.
- aux locutions latines :
ad hoc, ad libitum, a fortiori, a posteriori, a priori, bis, grosso modo, ibidem, ibid., idem, in extenso, in extremis, in fine, infra, modus vivendi, op. cit., passim, quater, sic, statu quo, supra, ter, via, vice versa
Les mots francisés (passés dans le dictionnaire ou dans l’usage) sont en romain :
radius, décubitus (et autres noms d’os), nucléus, erratum, vademecum, chopper, chopping-tool, locus, tumulus, ecc.
Les articles en français doivent adopter la typographie française (veillez à ce que la langue du document soit bien paramétrée sur « français »), ce qui implique :
- Des espaces insécables avant les ponctuations suivantes :
: ; ! ? « et »
- Les points de suspension sont collés à la dernière lettre :
« des pierres, des briques… »
entre crochets, ils remplacent un extrait de citation coupé :
« en ce qui concerne l’éclairage du bain, […] cela assure gaité pour le cœur »
- Les tirets :
le court – est utilisé sans espace, pour lier deux termes :
est–ouest
université Paris–IV
dans le cas des datations, il remplace la notion « de… à » :
du iie au iiie s. apr. J.-C. peut également s’écrire iie–iiie s. apr. J.-C.
le moyen – peut être utilisé à la place de parenthèses ou en incise ; on mettra des espaces insécables à l’intérieur et des espaces justifiantes à l’extérieur :
« On a cependant identifié un possible accès – de service ? – depuis l’est »
- Les majuscules doivent être systématiquement accentuées :
« À la fin de la période romaine… »
« les Éduens »
- Il n’y a pas d’espace avant et après une barre oblique (« / ») :
et/ou
Besançon/Vesontio
Lorsqu’on emploie une autre langue, comme un titre d’ouvrage en anglais ou un passage en latin dans un article en français : on met le texte en italique et on applique la typographie de la langue seulement à l’intérieur de ce texte.
Musées et monuments
Le mot « musée » s’écrit en bas de casse sauf lorsqu’il est accompagné d’un adjectif post-posé, auquel cas il prendra une capitale :
le musée de l’Homme, le musée du Louvre, le Muséum national d’histoire naturelle, le Musée lorrain, le British Museum
Les noms des monuments prennent une majuscule au nom propre, nom commun ou adjectif les caractérisant :
le pont du Gard, la fontaine des Innocents, la colonne Trajane, le mausolée d’Auguste
Attention : certains noms communs suffisent à caractériser le monument :
la Cour carrée, l’Arc de Triomphe, le Temple (de Jérusalem), la Grande Galerie, le Grand Palais, ecc.
On ne met pas de capitale aux simples bâtiments ni aux éléments composant un édifice :
salle hypostyle, tombe, chambre, cour, sanctuaire, ecc.
Nombres
Dans une publication scientifique, les mesures et autres comptes sont écrits en chiffres :
« Les 45 trous de poteau mesurent entre 1,5 m et 2 m »
Pour les mesures, le mètre est de rigueur, sauf en dessous de 0,20 m où elles sont exprimées en cm ou mm.
Peuvent être écrites en toutes lettres les mesures isolées et inférieures à 10, et lorsqu’il s’agit d’un recensement ou d’une énumération :
« Chaque trou de poteau est distant d’environ un mètre »
« La prospection a permis de mettre au jour neuf amphores et trois lingots de plomb »
Mais on écrira en chiffres un ensemble de mesures dont l’une au moins est supérieure à 10 :
« 4 amphores, 23 monnaies et 2 tessons »
Sont écrits en toutes lettres : une quinzaine, une dizaine, le troisième, le centième, etc.
Pour un nombre exprimant une quantité (avec espace insécable à partir du millier) :
les 3 000 individus
voilà 3 000 ans
Pour un nombre exprimant un numérotage (sans espace) :
no 3000
l’an 3000 av. J.-C.
Noms propres
Pour les noms de rue, lier les noms propres par un trait d’union :
boulevard Victor-Hugo, rue du Général-de-Gaulle, ecc.
Les communes, départements et régions prennent des majuscules et traits d’union :
la Loire-Atlantique, le Languedoc-Roussillon, Arthon-en-Retz, ecc.
Font exception quelques cas (région Pays de la Loire) ainsi que les noms d’entités géographiques : le val de Loire.
Les noms des universités sont composés ainsi (université en bas de casse, numéro en chiffres romains, séparés par un trait d’union) :
université Lille-III Charles-de-Gaulle, université Sorbonne-Nouvelle, université Paris-IV Sorbonne, université Paris-I Panthéon-Sorbonne, université Paul-Valéry, ecc.
Les noms des lieux-dits : on ne met pas les noms entre guillemets et on met des majuscules aux noms et des minuscules aux prépositions :
Cloux du Château, Hauts de Mathay, les Mallots, ecc.
Les surnoms (noms ajoutés et adoptés par l’usage) prennent une majuscule sans être liés par un trait d’union :
Philippe Auguste, Jules César, Ptolémée IV Philopator, ecc.
Les noms des saints :
- si l’on parle de la personne : minuscule à saint et pas de trait d’union :
saint Georges
- si l’on parle d’un lieu (église, ville, rue) : majuscule à saint et trait d’union :
Saint-Georges
Organismes
Les noms des organismes multiples (un certain nombre du même type existe dans l’organisation administrative d’une nation) sont des noms communs et restent en minuscules, le nom propre ou le terme de spécialisation les individualisant prennent une majuscule :
le ministère de la Culture, le ministère des Affaires étrangères, le conseil municipal, la préfecture de Paris, la direction régionale des Affaires culturelles
Les noms des organismes uniques (sa compétence s’étend à tout le territoire) prennent une majuscule au premier nom et à l’adjectif qui le précède :
les Archives nationales, la Bibliothèque nationale, le Conseil d’État, le Conseil des ministres, l’Institut de France, l’Institut de recherches archéologiques préventives, le Centre national de la recherche scientifique, l’Académie française, l’Académie des inscriptions et belles-lettres, le Gouvernement
Points cardinaux
Quand il s’agit d’une direction, une exposition, une situation, une orientation ou d’une mise en adjectif, on écrit nord, sud, est, ouest en bas de casse :
« L’orientation au nord de la demeure »
« Le côté sud du temple »
« À l’ouest, l’aqueduc… »
l’hémisphère nord
la frontière nord-est du pays
le désert oriental, le désert occidental
Lorsqu’il s’agit d’une zone géographique :
- une capitale lorsque l’orientation est en complément du nom ou le nom lui-même :
l’Égypte du Nord
dans le Sud (région)
- une minuscule lorsque l’orientation est suivie d’un complément du nom :
le sud de l’Égypte
Pour donner une orientation :
- simple :
nord-est
- multiple :
nord-est – sud-ouest
(pas de slash mais un tiret entouré d’espaces insécables)
Sigles et acronymes
Les sigles des termes méthodologiques (NMI, AFC ou MEB) peuvent être employés s’ils sont explicités à la première occurrence.
Si le sigle d’un organisme se lit comme un mot, composer la première lettre en capitale et le reste en minuscules : Unesco, Iramat, Ifao, Cedej, Inrap, etc. ; dans le cas inverse, laisser en capitales sans points : CNRS, MSH, CSA, ecc.
4. Bibliografia
Il rispetto degli standard bibliografici consentirà alla segreteria di redazione un notevole risparmio di tempo.
Ordinare la bibliografia generale come segue, nell’ordine:
- Abbreviazioni
- Fonti antiche
- Fonti epigrafiche
- Riferimenti
All’inizio della bibliografia, fornire l’elenco delle abbreviazioni e degli acronimi utilizzati in ordine alfabetico. Le abbreviazioni sono utilizzate solo quando si riferiscono a due o più occorrenze, altrimenti sono scritte per esteso:
AE | L’Année épigraphique. |
CNRS | Centre national de la recherche scientifique. |
EFR | École française de Rome. |
Inrap | Institut national de recherches archéologiques préventives. |
RAN | Revue archéologique de Narbonnaise. |
I titoli di monografie e riviste sono in corsivo: Le Culte des saints en Gaule o Gallia; i nomi delle collane sono in tondo tra parentesi, preceduti da coll.: (coll. Moneta, 74), (coll. Suppl. à Gallia, XV); i titoli degli articoli non sono da mettere le virgolette (Hercule, le lion et le cheval, e non: “Hercule, le lion et le cheval”).
Quando l’opera non è stata pubblicata, si deve indicare “à paraître”, per il francese, al posto della data.
Dettagliare tutti i nomi degli autori e indicare a seguito del o dei nomi degli autori “(dir.)” se sono direttori, curatori o coordinatori dell’opera.
Quando si cita il volume di una monografia che ne comprende vari, indicare il titolo come segue: Titolo principale – II – Titolo del volume.
Chameroy J. 2013 : Les Fouilles de la cathédrale de Rouen (1985-1993) – I – Le Numéraire antique, Mont-Saint-Aignan, PURH, 342 p.
Quando si cita il fascicolo di un volume di rivista, separare il numero del volume dal numero del fascicolo con un trattino: Gallia, 72-1; CAG, 13-4.
Quando una rivista è essa stessa l’editore di un supplemento o di un numero speciale, deve essere trattata come una casa editrice (senza corsivo).
Pommeret C. (dir.) 2001 : Le Sanctuaire antiques des Bolards à Nuits-Saint-Georges (Côte-d’Or), Dijon, RAE (coll. Suppl. à la RAE, 16), 409 p.
> Richiamo nel testo
On ne cite que l’auteur de la contribution et non l’auteur de l’ouvrage :
(Barbet 2008)
> Bibliografia generale
Mettre le nom de l’auteur suivi de l’initiale du prénom, puis la date, deux points, le titre en italique, la ville d’édition puis l’éditeur (la mention « éd. » est inutile sauf si elle apparaît indispensable, comme dans le cas des « éd. du Rouergue ») et enfin le nombre de pages :
Barbet A. 2008 : La peinture murale en Gaule romaine, Paris, Picard, 391 p.
> Richiamo nel testo
On ne cite que l’auteur de la contribution et non l’auteur de l’ouvrage :
(Goodman 2011)
(Dondin-Peyre 2006)
> Bibliografia generale
L’ouvrage n’a pas de nom d’auteur : mettre le titre de la contribution suivi de « in » en romain et du titre de l’ouvrage en italique :
Goodman P. J. 2011 : Temples in Late Antique Gaul, in The Archaeology of Late Antique “Paganism”, Leiden-Boston, E. J. Brill (coll. Late Antique Archaeology, 7), p. 165-194.
L’ouvrage a un nom d’auteur : mettre le titre de la contribution suivi de « in » en italique, du ou des noms d’auteur/éditeur, et du titre de l’ouvrage en italique :
Dondin-Payre M. 2006 : Bois l’Abbé, in Dondin-Payre M., Raepsaet-Charlier M.-T. (dir.), Sanctuaires, pratiques cultuelles et territoires civiques dans l’Occident romain, Bruxelles, Le Livre Timperman, p. 135-158.
> Richiamo nel testo
Lorsqu’il y a deux auteurs, séparer les deux noms par une virgule. S’ils sont éditeur de l’ouvrage, ajouter « dir. » sans virgule :
(Lavan, Mulryan dir. 2011)
Lorsqu’il y a plus de deux auteurs, ne mettre que le nom du premier et ajouter et al. :
(Reddé et al. 2011)
> Bibliografia generale
Détailler si possible les noms de tous les auteurs, ajouter si nécessaire (dir.) après le dernier nom, sans mettre l’abréviation au pluriel :
Lavan L., Mulryan M. (dir.) 2011 : The Archaeology of Late Antique “Paganism”, Leiden, Boston, E. J. Brill (coll. Late Antique Archaeology, 7), 712 p.
Reddé M., Barral P., Favory F., Guillaumet J.-P., Joly M., Marc J.-Y., Nouvel P., Nuninger L., Petit C. 2011 : Aspects de la romanisation dans l’Est de la Gaule, Glux-en-Glenne, Centre de recherche archéologique (coll. Bibracte, 21-1 et 21-2), 2 vol., 966 p.
> Richiamo nel testo
(Bur dir. 1986)
> Bibliografia generale
Ajouter en italique le lieu et les dates de déroulement du colloque à la suite du titre de l’ouvrage :
Bur M. (dir.) 1986 : La Maison forte au Moyen Âge, Actes de la table ronde de Nancy, 31 mai-3 juin 1984, Paris, CNRS, 345 p.
> Richiamo nel testo
(Krausz, Coulon 2015)
> Bibliografia generale
Mettre le titre du périodique en italique, puis la tomaison en romain après une virgule, et la pagination de l’article :
Krausz S., Coulon G. 2015 : Hercule, le lion et le cheval, Gallia, 72-2, p. 301-320.
> Richiamo nel testo
(Brocher et al. dir. 2008, p. 22-25)
> Bibliografia generale
Traiter la référence comme un nom de collection (Suppl.) en romain, suivi du nom de la revue en italique, sans oublier la tomaison en romain, le tout entre parenthèses et précédé de coll. :
Brochier E., Guilcher A., Pagni M. (dir.) 2008 : Archéologies de Provence et d’ailleurs, Mélanges offerts à Gaëtan Congès et Gérard Sauzade, Aix-en-Provence, APA (coll. Suppl. au Bulletin archéologique de Provence, 5), 510 p.
> Richiamo nel testo
(Bessac 2002)
> Bibliografia generale
Si une revue publie un dossier (à ne pas confondre avec un supplément), le traiter comme un titre d’article :
Bessac J.-C. 2002 : Les carrières du Bois des Lens (Gard), in Bessac J.-C., Sablayrolles R. (dir.), Dossier : Carrières antiques de la Gaule, Gallia, 59, p. 29-51.
> Richiamo nel testo
(Collectif 2014)
> Bibliografia generale
Ajouter, après le titre de l’ouvrage, la mention de « Catalogue d’exposition », le lieu (musée, ville) et les dates de l’événement en romain :
Collectif 2014 : Moi, Auguste, Empereur de Rome, Catalogue d’exposition, Grand Palais de Paris, 2014, Paris, RMN, 352 p.
> Richiamo nel testo
On ne cite que l’auteur de la contribution et non l’auteur de l’ouvrage :
(Buchsenschutz 1988)
> Bibliografia generale
Mettre le nom du dictionnaire ou de l’encyclopédie en italique après l’auteur, préciser ensuite la date, la ou les colonnes (col.) suivi de s.v. en italique et du titre de la notice :
Buchsenschutz O. 1988 : Dictionnaire de la Préhistoire, éd. A. Leroi-Gourhan, Paris, PUF, s.v. Gergovie, p. 421-422.
> Richiamo nel testo
(Huron 1987)
> Bibliografia generale
Préciser la nature de l’écrit (Mémoire de DEA, Mémoire de master 1, Mémoire de master 2, Mémoire de maîtrise, Thèse de doctorat, Thèse de 3e cycle, Mémoire de l’EHESS, etc.) et le nom de l’université :
Huron D. 1987 : Contribution à la carte archéologique de la Gaule romaine : le nord-est de la cité des Leuques, Thèse de 3e cycle, université Nancy-II, 245 p.
> Richiamo nel testo
(Acheré et al. 2011)
> Bibliografia generale
Toujours mentionner la nature du rapport en romain (rapport de fouille, rapport final d’opération, rapport d’activité, etc.), si le rapport n’est pas publié par un éditeur, préciser l’institut pour lequel il a été rédigé :
Acheré V., Viret J., Lecomte B., Delalande C. 2011 : Carrières antiques et espaces funéraires (ier–iiie siècles). Occupations agricoles (xixe–xxe siècles) : 5-7 rue de Reverdy, Chartres (Eure-et-Loir, Centre), Rapport final d’opération de fouille préventive, Service archéologie de la ville de Chartres, vol. 1, 204 p.
- Jusqu’à 1993, aucune abréviation : « Rapport de fouille préventive », Rapport de fouille de sauvetage », etc.
- De 1993 à 2004, « Document final de synthèse » est abrégé « DFS » : « DFS de fouille », « DFS de diagnostic », etc.
- Après 2004, « Rapport final d’opération » est abrégé « RFO » : « RFO de fouille préventive », « RFO de diagnostic », etc.
> Richiamo nel testo
Si c’est possible, préciser la pagination et/ou les numéros de paragraphe (comme sur OpenEdition Journals) :
(Brunet 2011, § 6)
Préciser la pagination s’il s’agit d’un document PDF :
(Brunet 2011, p. 2)
> Bibliografia generale
Préciser l’URL permanent entre crochets en fin de référence ainsi que la date de consultation ou la date de mise en ligne :
Brunet V. 2011 : Décor baroque ou perspective illusoire : le complexe « théâtre et temple » de Genainville (Val-d’Oise), Études de lettres, 1-2, 2011 [URL : https://journals.openedition.org/edl/107, consulté le XX/XX/XX] ou [URL : https://journals.openedition.org/edl/107, mis en ligne le XX/XX/XX].
> Richiamo nel testo
Préciser en bas de casse le nom de l’auteur, suivi du titre ou de l’abréviation du titre ; préciser ensuite le livre, le(s) paragraphe(s)/vers :
César, La Guerre des Gaules, V, 24.
S’il s’agit d’une source sans auteur, préciser le nom ou son abréviation en bas de casse :
Histoire Auguste, 25
> Bibliografia generale
Le nom de l’auteur est en bas de casse et [manque un mot] du titre de l’ouvrage, suivis du nom de l’éditeur (éd.) et/ou du traducteur (trad.) du texte, ville, éditeur et date :
César : Guerre des Gaules, éd. et trad. L.-A. Constans, revue et corrigée par A. Balland, Paris, Les Belles Lettres (coll. CUF, série latine, 32), 2014, 412 p.
Si la source n’a pas d’auteur :
Histoire Auguste : Vies des trente tyrans et de Claude, éd. et trad. F. Paschoud, Paris, Les Belles Lettres (coll. CUF série latine, 400), 2011, 648 p.
> Richiamo nel testo
Préciser en capitales italiques le titre ou l’abréviation, suivi de la tomaison et des références :
(CIL XIII, 1676)
> Bibliografia generale
Si la source n’a pas d’auteur :
Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL) : CIL XIII, Inscriptiones trium Galliarum et Germanicae Latinae, éd. O. Hirschfeld, C. Zangemeister, Berlin, Reimer, 1899.
4.15.1. Ouvrage sans nom d’auteur
> Richiamo nel testo
Utiliser le terme « Collectif » :
(Collectif 2012)
> Bibliografia generale
Mettre les références sous la lettre « C » pour Collectif :
Collectif 2012 : Mandeure : vie d’un sanctuaire, Catalogue d’exposition, Montbéliard, Musée du château des ducs de Wurtemberg, 1er juin-14 oct. 2012, Besançon, Musées de Montbéliard, 151 p.
4.15.2. Un même auteur avec plusieurs publications de la même année
> Richiamo nel testo
Si l’on fait appel à plusieurs références d’un même auteur, ne pas répéter le nom, séparer les dates par des points-virgules :
(Provost 1988a, p. 96 ; 1988b, p. 170)
> Bibliografia generale
Indiquer avec la date une numérotation en a, b, c, etc. pour les différencier :
Provost M. 1988a : La Loire-Atlantique, Paris, AIBL (coll. CAG, 44), 177 p.
Provost M. 1988b : Le Maine-et-Loire, Paris, AIBL (coll. CAG, 49), 174 p.
4.15.3. Réédition
> Richiamo nel testo
(Chuvin 2009)
(Demandt 2008)
> Bibliografia generale
Toujours citer la version consultée, on précisera toutefois la date de la première édition si connue entre parenthèse juste après la date de l’ouvrage consulté :
Chuvin P. 2009 (1re éd. 1991) : Chronique des derniers païens : la disparition du paganisme dans l’Empire romain, du règne de Constantin à celui de Justinien, Paris, Les Belles Lettres, 384 p.
Ou alors on citera seulement l’édition consultée si l’information sur la date manque :
Demandt A. 2008 (2e éd.) : Geschichte der Spätantike: das Römische Reich von Diocletian bis Justinian 284-565 n. Chr., Munich, Beck, 604 p.
Font exception, les ouvrages anciens pour lesquels la date de réédition est très récente comparée à celle d’origine, mais dont seule cette réédition a pu être consultée (sinon, préférer avoir recours à l’édition d’origine). On indiquera alors le lieu d’édition, l’éditeur et la date de la nouvelle édition en fin de référence :
Ménard L. 1874 : Histoire civile, ecclésiastique et littéraire de la ville de Nîmes – I – Des origines à 1312, Nîmes, Lacour, 365 p. [réédition en 1989].